· · Meccanica delle Strutture · Strutture in Calcestruzzo Armato · · INTRODUZIONE ALL’ANALSI NON LINEARE AGLI STATI LIMITE · Marco Bozza · · INTRODUZIONE · METODI DI ANALISI · DIAGRAMMA MOMENTI-ROTAZIONI (M-q) · METODI DI CALCOLO · · · ·
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· INTRODUZIONE
Il
comportamento non lineare delle strutture in calcestruzzo armato è oggetto di
studio di ricerca, con lo scopo di predisporre dei modelli analitici
affidabili e semplici da poter essere facilmente impiegati nella progettazione
strutturale. La non linearità del calcestruzzo armato è dovuta a vari
fenomeni, quali la fessurazione del calcestruzzo in trazione, lo snervamento
delle barre di armatura, la non linearità dei legami costitutivi di acciaio e
calcestruzzo, ecc. Questi fenomeni locali sono stati studiati in dettaglio
singolarmente con estese indagini sperimentali che hanno consentito
modellazioni più o meno accurate dei fenomeni stessi. Tali modellazioni
fenomenologiche hanno portato ad una buona conoscenza dell'effettivo
comportamento sezionale degli elementi monodimensionali in calcestruzzo
armato non soltanto fra i ricercatori, ma anche fra i progettisti. Infatti le
normative di molti Paesi da diversi anni prescrivono verifiche di resistenza
delle sezioni che tengono conto del comportamento non lineare dei materiali.
Inoltre, la conoscenza approfondita dei fenomeni locali di comportamento
degli elementi in calcestruzzo armato ha permesso lo sviluppo di procedure
automatiche di simulazione numerica. Con tali procedure è possibile fare
degli studi parametrici su un elevato numero di campioni in tempi e costi di
gran lunga inferiori rispetto alla sperimentazione. Queste procedure
automatiche di analisi strutturale, però, richiedono tempi di calcolo assai
elevati per cui risultano improponibili per la progettazione, se non nel caso
di strutture di notevole importanza. METODI DI ANALISI
Nelle varie Normative (Eurocodice 2, CEB-Model Code,
ecc) vengono prescritti per lo studio delle strutture in cemento armato i seguenti
tipi di analisi: - analisi
elastica lineare con o senza ridristribuzione - analisi
non lineare - analisi
plastica Analisi elastica lineare con o senza
ridistribuzione
Questo
tipo di analisi assume un comportamento indefinitamente elastico per i materiali
e considera le sezioni non fessurate. In realtà le strutture in calcestruzzo
armato sono normalmente fessurate in esercizio in prossimità delle sezioni
maggiormente sollecitate (sezioni critiche) e ciò causa sensibili
ridistrìbuzioni di sforzi tra le parti più rigide (non fessurate) e le parti
meno rigide (fessurate). La risposta della struttura può quindi discostarsi
sensibilmente da un andamento lineare. E' chiaro allora che la soluzione
ottenuta con l'analisi elastica lineare è equilibrata ma non congruente, per
cui il raggiungimento del carico ultimo, associato alla massima capacità
portante delle sezioni critiche, può essere raggiunto solo se le sezioni
stesse possiedono una sufficiente duttilità (capacità di rotazione plastica). Analisi non lineare
L'analisi
non lineare prevede l'utilizzo di legami costitutivi più o meno accurati, e
consente di ricavare il carico di collasso della struttura tenendo conto dei
limiti alle deformazioni anelastiche. Come detto, questo tipo di analisi può
essere eseguito solo con il calcolo automatico, e comunque comporta oneri
computazionali troppo elevati per la progettazione corrente. Analisi plastica
Per quanto riguarda l'analisi plastica si fa
riferimento all'ANALISI LIMITE sviluppata negli Anni '50 per le strutture a
comportamento elastico-plastico (es. acciaio). Si ipotizza la formazione di
cerniere plastiche nelle sezioni critiche con raggiungimento della capacità
portante ultima quando la struttura si trasforma in un meccanismo. Le sezioni
in calcestruzzo armato, però, hanno in genere una limitata capacità di
rotazione plastica, per cui spesso si raggiunge la rottura di una sezione
prima che la struttura si trasformi in un meccanismo. Dalla metà degli Anni
'50 fino ai primi Anni '70 sono stati condotti numerosi studi teorici e
sperimentali, mirati alla valutazione della capacità di rotazione plastica
delle sezioni in calcestruzzo armato. Inoltre, negli ultimi 30 anni sono
state sviluppate procedure numeriche di calcolo automatico che utilizzano
legami costitutivi accurati per i materiali e che considerano i contributi di
fenomeni locali quali il tension stiffening, l'aderenza, la
resistenza, a trazione del calcestruzzo, ecc. Questi programmi hanno
consentito l'esecuzione di ampie sperimentazioni numeriche volte alla
determinazione della capacità di rotazione plastica delle sezioni. DIAGRAMMA
MOMENTI-ROTAZIONI (M-q) Nelle aste inflesse in calcestruzzo armato le
deformazioni non elastiche interessano una vasta zona attorno al momento massimo,
e precisamente i tratti con momento superiore al momento di prima
fessurazione Mcr (Figura 1 (a)). Infatti il diagramma
momenti-curvature M-j delle sezioni evidenzia tre stadi a diverso
comportamento: primo stadio con sezione interamente reagente, secondo stadio
fessurato e terzo stadio con snervamento dell'acciaio (Figura 1 (b)).
Integrando le curvature fra due punti a momento nullo è possibile ricavare il
diagramma momenti-rotazioni M-q relativo al tratto considerato (Figura 1 (c)). La
maggior parte di tale rotazione è concentrata attorno alla sezione di momento
massimo, per cui si può, per semplicità, anche in questo caso fare
riferimento ad una cerniera plastica concentrata nella sezione maggiormente
sollecitata con comportamento descritto dal legame momento-rotazione M-q di cui sopra. La rotazione ultima qu dipende dalla duttilità che può manifestarsi, ed è
funzione essenzialmente della percentuale di armatura e dello sforzo assiale
presente. Per elevate percentuali di armatura, o per grandi sforzi normali,
le sezioni raggiungono la rottura per schiacciamento del calcestruzzo (ec > ecu),
mentre l'acciaio non riesce a sviluppare grandi allungamenti plastici, per
cui i soli contributi alla rotazione non elastica sono dovuti alla
fessurazione ed al legame costitutivo del calcestruzzo.
Figura 1 Per procedere all'analisi strutturale è quindi
necessario conoscere i diagrammi momenti-curvature M-j delle varie sezioni, dai quali poter calcolare
i legami momenti-rotazioni M-q delle sezioni critiche. I diagrammi M-j possono essere determinati per punti
facendo riferimento ai legami costitutivi dei materiali (acciaio e
calcestruzzo) e dell'aderenza (tension stiffening). Più precisamente,
si discretizza la sezione e si scrivono le equazioni di equilibrio alla
traslazione orizzontale e alla rotazione come sommatoria dei contributi di
ogni singola striscia di sezione. Per ogni valore fissato della curvatura j si varia la dilatazione all'asse e0, finché la risultante degli sforzi sulla sezione non
risulta in equilibrio con l'azione assiale. Dalla coppia di valori j-e0 è quindi possibile calcolare il valore del momento M.
Ovviamente la procedura si arresta quando la e supera la contrazione ultima nel
calcestruzzo ecu o
la dilatazione massima nell'acciaio esu. METODI DI CALCOLO
Generalmente nelle strutture iperstatiche , incrementando il carico di esercizio si viene a formare una prima cerniera plastica nella sezione maggiormente sollecitata, e quindi, ad ogni ulteriore aumento del carico, si vengono a formare altre cerniere plastiche finché la struttura non si trasforma in un meccanismo. Questa non simultanea formazione delle cerniere plastiche comporta rotazioni plastiche rilevanti nelle cerniere che si sono formate per prime, per consentire la ridistribuzione dei momenti fra le sezioni critiche. Le sezioni in calcestruzzo armato, a differenza di quelle in acciaio, consentono rotazioni plastiche limitate, per cui nell'analisi limite delle strutture in calcestruzzo armato non si può prescindere da questo aspetto. |
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