· · Progetto e Sperimentazione di
Strutture · Progetto di Ponti e Viadotti · · PONTI A CASSONE - INTRODUZIONE · Marco Bozza · · INTRODUZIONE · IMPALCATO REALIZZATO PER CAMPATA
INTERA · IMPALCATO REALIZZATO PER CONCI
SUCCESSIVI · ASPETTI PARTICOLARI DELL'IMPALCATO A
CASSONE
· TIPOLOGIE
STRUTTURALI DEGLI IMPALCATI A CASSONE · · ·
·
· INTRODUZIONE
Insieme allo sviluppo di nuove tipologie strutturali (a
travata continua, ad arco, sospesi, strallati), nel tempo ha subito una profonda
evoluzione anche la struttura dell'impalcato e con questa la sua tecnica di
costruzione. Attualmente, i nuovi orientamenti nella realizzazione di ponti
in calcestruzzo, propongono impalcati con sezioni strutturali a cassone.
L'impalcato a cassone dei ponti su più campate (viadotti), può essere
costruito mediante strutture prefabbricate o gettate in opera, con
possibilità di realizzare l'intera campata o parte di essa (costruzione per
conci). IMPALCATO REALIZZATO PER CAMPATA INTERA
Impalcato prefabbricato L'intera campata viene realizzata mediante travature prefabbricate semplicemente appoggiate sulle pile. La continuità viene poi realizzata mediante fasi successive per mezzo di cavi di precompressione da effettuarsi in opera con cavi scorrevoli successivamente, e a volte anche prima, del getto della soletta. Impalcato
realizzato con getto in opera
In questa soluzione l'intera campate viene realizzata
mediante travature gettate in opera. Questo è reso possibile, principalmente,
dal progresso dovuto agli sviluppi tecnologici e costruttivi che hanno
accompagnato la costruzione delle strutture da ponte. Tali progressi
tecnologici hanno interessato la possibilità di realizzare centine
autovaranti, aventi l'importante caratteristica di impostare con criteri di
industrializzazione i problemi connessi al getto in opera. Tali strutture
sopportano il peso del getto di un'intera campata con luci fino a IMPALCATO REALIZZATO PER CONCI SUCCESSIVI
Conci prefabbricati L'impalcato viene realizzato mediante costruzione per conci prefabbricati successivi. L'avanzamento della costruzione avviene procedendo a sbalzo simmetricamente da ciascuna pila, nel qual caso ciascun concio viene montato nella sua posizione finale, impiegando resine (normalmente a due componenti) per garantire il contatto tra conci prefabbricati contigui. In questa situazione le strutture di servizio che sorreggono il concio nella fase di montaggio possono operare a sbalzo dalla parte già costruita, ovvero poggiare su due pile successive e quindi funzionare come un carro varo. L'impiego del carro varo è generalmente costoso e complesso da montare, per cui il suo utilizzo è giustificato per ponti molto lunghi. Il sostegno provvisorio dei conci e la successiva realizzazione della continuità viene affidata ad un sistema di cavi di precompressione. Conci
realizzati in opera
A differenza del punto precedente, i conci vengono
gettati in opera in un cantiere allestito in corrispondenza di una spalla.
L'impalcato viene realizzato gettando tutti i conci in un'unica posizione e
spingendoli in avanti man mano che la costruzione procede. In questo caso la
costruzione avviene mediante utilizzo di una centina a balzo e impiegata per
ponti con un numero limitato di campate. La tecnologia a "spinta"
determina una progressione di schemi statici con frequente e ripetitiva
inversione delle sollecitazioni: la sezione a cassone costituisce un tipo
strutturale ad alta flessibilità in grado di far fronte sia ad inversione
delle azioni flettenti, sia a sollecitazioni anomale conseguenti a dislivelli
degli appoggi di transito. ASPETTI
PARTICOLARI DELL'IMPALCATO A CASSONE
La sezione a cassone è molto più aderente, sotto l'aspetto statico, al regime di sollecitazioni presente negli impalcati da ponte. In questi, infatti, l'eccentricità dei carichi mobili e le azioni di torsione ad esse connesse consigliano tipi di sezioni in grado di fornire un'elevata resistenza a sollecitazioni torsionali. Inoltre, la struttura a cassone è adatta per lo schema a trave continua, tenendo anche conto che la presenza della controsoletta, il cui spessore può essere aumentato in corrispondenza degli appoggi, risolve il problema dell'assorbimento delle azioni flettenti negative. E' importante osservare che le ottime caratteristiche meccaniche dei materiali che oggi si hanno a disposizione, consentono una sensibile riduzione degli spessori, mentre l'esigenza di ridurre le dimensioni trasversali delle sottostrutture (capitelli , pile e fondazioni), problema questo particolarmente importante per le sopraelevate urbane ed extraurbane, orienta verso la progettazione di sezioni con nucleo chiuso ridotto rispetto alla larghezza totale della sezione stessa. Infatti tali impalcati sono dotati di traversi di irrigidimento solamente alle estremità, in corrispondenza degli appoggi. L'assenza di diaframmi di campata è legata a problemi di ordine tecnologico connessi al controcassero interno. Il complesso delle caratteristiche di tali sezioni a
cassone (spessori ridotti, rapporto tra la larghezza della sezione utile e la
larghezza del nucleo a cassone molto maggiore dell'unità, assenza di diaframmature
di campata), non consente di ritenere queste sezioni trasversalmente rigide
come richiesto dalla teoria classica: questo impone verifiche più
approfondite che possano indagare sugli effetti statici della deformabilità
trasversale del profilo. Per condizioni non simmetriche di carico gli spigoli
possono subire spostamenti relativi, la sezione trasversale non rispetta la
sua geometria, nascono sollecitazioni trasversali e sollecitazioni normali,
globalmente equilibrate, tipiche delle strutture a lastre (FLODED PLATE). E'
da tenere presente, inoltre, che anche il comportamento convenzionale di
queste sezioni in regime di torsione uniforme richiede alcune
approfondimenti. In tali strutture, l'ingobbamento impedito, o la variabilità
delle sollecitazioni torcenti, danno origine a tutti i problemi connessi con
la torsione non uniforme. In particolare, quando si studia la deformata
trasversale del profilo, è necessario fare riferimento alla sezione
trasversale, tenendo conto anche della variabilità della sezione della
soletta di impalcato e della controsoletta. Infatti in assenza di
diaframmature una tale variabilità è determinante al fine di irrigidire la
sezione trasversale, quando normalmente questo contributo viene invece
trascurato in fase progettuale. TIPOLOGIE
STRUTTURALI DEGLI IMPALCATI A CASSONE
La tipologia strutturale dell'impalcato da una sezione aperta verso una soluzione a cassone ha subito un'evoluzione in relazione alla necessità di riduzione, a parità di larghezza dell'impalcato, i pesi propri strutturali. Ciò lo si è ottenuto incrementando il rapporto tra la larghezza dell'impalcato e la larghezza del nucleo del cassone, comportando tuttavia non sempre sostanziali vantaggi nei confronti dell'assetto statico per azioni torcenti. Questa evoluzione è rappresentata in Figura 1. Figura 1 Con riferimento alla Figura 1a) si vede che il miglioramento del comportamento statico dello schema strutturale a travate richiederebbe il collegamento inferiore del bulbo delle travi con l'adozione di un cassone bicellulare, come indicato in Figura 1b). Tuttavia per esigenze costruttive ed economiche, generalmente dove è possibile, si tende ad eliminare il setto centrale, eventualmente incrementando lo spessore dei setti laterali, giungendo allo schema di Figura 1c). Se ancora, per esigenze connesse alla limitazione dell'ingombro delle sottostrutture (ad esempio le pile nelle sopraelevate urbane), si riduce la larghezza della controsoletta, si ottiene lo schema finale di Figura 1d). Variazioni del profilo possono ulteriormente essere influenzati da esigenze di alloggiamento dei cavi di precompressione, sia nella controsoletta (ponti a cassoni appoggiati) sia in soletta (ponti realizzati a conci prefabbricati) per l'avanzamento o per realizzare la continuità. |
||||||||||||||
ingegneriastrutturale.net -
Tutti i Diritti Riservati |